Ipoplasia dello smalto dentale (o mancanza di smalto nei denti)
Cosa si intende per ipoplasia dello smalto
Con il termine di ipoplasia dello smalto si ha un’alterazione di quest’ultimo elemento (lo smalto dentale è un derivato tissutale che ricopre la parte esposta del dente), poco presente o nei casi peggiori quasi del tutto assente.
Le possibili conseguenze di una mancanza di smalto nei denti possono essere anche di particolare rilievo:
- alterata resistenza alle carie dentali;
- casi di discromia;
- alterazioni della forma dei denti.
Il termine utilizzato per descrivere la problematica, ossia “ipoplasia”, è particolarmente azzeccato. Parliamo, difatti, di un termine medico-istologico, che descrive uno sviluppo incompleto di un tessuto o un organo, derivante da un numero di cellule insufficiente o inferiore alla normalità.
Quali denti rischiano di essere colpiti da ipoplasia dello smalto
Purtroppo l’ipoplasia dentale può colpire tutti i denti indistintamente, in modo più o meno marcato a seconda della gravità degli insulti ambientali ricevuti dagli ameloblasti o dal grado di malformazione che si eredita dai genitori.
La mancanza di smalto nei denti è una malattia che colpisce sempre quando i denti permanenti o decidui sono in formazione, di conseguenza ha un range temporale variabile dal primo anno di età fino alla prima adolescenza.
Per comprendere meglio l’ipoplasia dello smalto, è opportuno avere una conoscenza di base sulla struttura dello smalto stesso e sull’importanza che esso ricopre per la salute dei nostri denti.
Come si struttura lo smalto dentale
Lo smalto dentale è uno tra i tessuti conosciuti più duri in assoluto, infatti è composto da minerali per il 96% e solo nel 4% da matrice organica e acqua.
Nella parte inorganica possiamo trovare il fosfato di calcio, noto anche come idrossiapatite, presente anche in parti del corpo come ossa e cartilagini.
Della porzione organica dello smalto, invece, non si conosce esattamente la composizione chimica ma sappiamo che vi sono delle proteine unite insieme a polisaccaridi.
Di conseguenza è stato coniato il temine proteine dello smalto per identificarle (esse occupano lo spazio presente tra i cristalli di materiale inorganico).
Lo smalto dentale, essendo molto mineralizzato, ha grandi capacità di resistenza alla masticazione, grazie alla sua durezza.
Questo punto di forza viene comunque controbilanciato dal suo punto debole ossia la fragilità. Deve essere, difatti, sostenuto dal tessuto posto più in profondità, la dentina, che è più resiliente e permette di ovviare a questa problematica.
Lo spessore dello smalto varia in ogni zona del dente e ha un massimo di 2,5 mm nella parte masticatoria del dente (tavolato occlusale) fino ad un minimo di qualche decimo di millimetri vicino al colletto del dente.
Il suo colore è trasparente, infatti quando è molto sottile lascia trasparire il colore della dentina che è più giallo.
Amelogenesi imperfetta dello smalto dentale
Come detto, lo smalto dentale può ammalarsi durante il periodo dello sviluppo della persona, andando ad incidere negativamente sulla struttura e sull’aspetto della dentatura.
Questa particolare malattia prende il nome di amelogenesi imperfetta. La sua particolarità è di essere:
- una forma di ipoplasia dello smalto congenita, che può essere causata sia da fattori ambientali che da fattori ereditari.
- in molti casi, un difetto dello smalto scritto nel nostro patrimonio genetico.
Vediamo più nel dettaglio quando possono verificarsi le condizioni per la nascita di questa malattia dello smalto.
Amelogenesi imperfetta derivante da fattori ambientali
Come anticipato, questa forma di ipoplasia dello smalto dentale si genera a causa di un’elevata sensibilità dell’ameloblasto (la cellula deputata alla secrezione dello smalto durante la formazione del dente) ai cambiamenti ambientali.
In generale possiamo descrivere tre condizioni principali che influenzano la formazione dello smalto con più frequenza.
- La prima è relativa agli stati febbrili che alterano la produzione dello smalto.
Difatti, i denti che si stanno formando in questo periodo sono caratterizzati da bande di smalto malformato a cui segue, allo scomparire dello stato febbrile, una normale secrezione dello smalto stesso.
- La seconda causa è l’assunzione di antibiotici come le tetracicline, che vengono incorporati dai tessuti mineralizzati del corpo (in questo caso smalto ma anche dentina), che può causare una pigmentazione del dente in alcune sue parti o nella sua totalità.
Può anche avvenire, in base alla durata della somministrazione di questa famiglia di antibiotici, una totale mancanza di smalto nei denti, detta anche ipoplasia dello smalto dentale.
Va menzionato che ad oggi i pediatri conoscono bene questa complicazione ed evitano di somministrare tali antibiotici ai piccoli pazienti.
- La terza e ultima causa più frequente, che causa difetti nell’amelogenesi, è lo ione fluoruro.
Quantità superiori a 5 parti per milione influenzano l’amelogenesi e generano uno smalto chiazzato che è non solo antiestetico a causa di presenza di macchie bianche, ma è anche ipomineralizzato.
Tuttavia se non guardiamo all’aspetto, tale smalto è comunque resistente alla carie e riesce, anche se in minore efficacia a resistergli.
Amelogenesi imperfetta derivante da fattori ereditari
Questa particolare forma di ipoplasia dello smalto può essere anche ereditaria.
Quando si parla di ereditarietà dobbiamo sapere che circa il 10% di tutte le malformazioni umane sono dovute all’alterazione di un singolo gene.
Quando si verifica l’amelogenesi imperfetta ereditaria, essa è connessa con una ereditarietà autonomica dominante, dove il gene anomalo è ereditato da uno solo dei due genitori.
Questo carattere appare di solito ogni generazione e può essere trasmesso dal genitore portatore alla metà dei figli (statisticamente parlando).
Anche in questo caso si avrà come risultato una anomalia nella costruzione dei tessuti duri da parte degli ameloblasti.
Quale cura per contrastare l’ipoplasia dello smalto
E’ sempre molto complicato per l’odontoiatra contrastare gli effetti di un’ipoplasia dello smalto.
Uno dei trattamenti che posso essere eseguiti sono terapie conservative che mirano a eliminare le parti di smalto dentale più danneggiate per rimpiazzarle con della resina composita da otturazione.
Questo però è fattibile soprattutto nei casi di ipoplasia dello smalto dentale più lieve, in quanto i materiali da otturazione hanno bisogno di una componente molto mineralizzata per poter aderire bene al dente.
Se manca troppo smalto, questo avrà facilmente delle infiltrazioni o peggio si staccherà con facilità.
Nei casi più gravi un buon trattamento può essere quello protesico, andando a limare i denti interessati per coprirli integralmente con delle corone dentali. Con questa soluzione è possibile dare al paziente un aspetto esteticamente valido e una resistenza alla masticazione maggiore.
Di contro non è un trattamento che si può eseguire su un bambino od un adolescente. in quanto questa tipologia di pazienti è ancora in crescita e si avranno delle modificazioni che possono andare ad intaccare l’estetica dentale, ma anche la funzione dei restauri protesici.
Di conseguenza si preferisce sempre rimandare questo tipo di trattamento all’età adulta, magari cercando di tamponare la situazione con trattamenti conservativi anche ripetuti.
Eventualmente in casi gravi si consiglia anche l’uso di materiali sigillanti, utile per prevenire la formazione di carie dentali e proteggere i solchi.
Trattamento dell’ipoplasia dello smalto presso Dental Competence Grosseto
La mancanza di smalto dentale è un serio campanello di allame per la buona tenuta dei nostri denti, di conseguenza non possiamo in alcun modo sottovalutare il suo deterioramento nel tempo.
Per qualunque problematica relativa a casi di ipoplasia dello smalto, sia che si tratti di una forma lieve o di una più seria, non esitate a contattare lo studio odontoiatrico di Grosseto, Dental Competence.
Ci troviamo in Via Aurelia Nord, 219.
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