Malocclusione di 3° classe scheletrica: una delle più severe
Cosa si intende per malocclusione di 3° classe scheletrica
La malocclusione di 3° classe scheletrica è una condizione che si verifica quando il ramo della mandibola cresce più della base cranica media.
In questo modo, quando termina la crescita, si va ad instaurare una maggiore ampiezza della base cranica media rispetto all’accrescimento craniofacciale generale (detto più semplicemente, si avrà una grande crescita della mandibola che creerà una sproporzione tra mascella e mandibola a favore della seconda).
Clinicamente, si osserva un overjet negativo, dove gli incisivi inferiori sovrastano quelli superiori, e un profilo facciale concavo con una prominenza del mento.
Il primo molare inferiore è posto mesialmente al primo molare superiore in modo accentuato rispetto alla prima classe.
Questo provoca un notevole prognatismo mandibolare, comunemente descritto come un aspetto da “bulldog”.
Questo disallineamento provoca problematiche estetiche e funzionali significative, andando ad influenzare negativamente la funzione masticatoria, la fonazione e l’estetica del volto.
In questo approfondimento, redatto dal team di Dental Competence Grosseto, andremo ad approfondire una tematica abbastanza complessa, senza dubbio una delle più severe forme di malocclusione, per capire come porvi rimedio in modo concreto.
Eziopatogenesi della malocclusione di 3° classe scheletrica
La malocclusione di 3° classe scheletrica è spesso influenzata da una combinazione di fattori genetici ed epigenetici.
I fattori genetici sono fondamentali, con una chiara predisposizione ereditaria che si manifesta frequentemente nelle famiglie.
Questa condizione ereditaria può comportare una mandibola iper-sviluppata o una mascella iposviluppata, contribuendo alla caratteristica prominenza del mento e al disallineamento dentale.
I fattori epigenetici locali giocano un ruolo altrettanto importante.
Ad esempio, una postura bassa della lingua può causare uno squilibrio muscolare che favorisce la crescita anomala della mandibola.
La combinazione di questi fattori porta a un avanzamento mandibolare rispetto alla mascella, con conseguenti difficoltà masticatorie, respiratorie e fonatorie.
In casi come questi è essenziale intervenire precocemente per correggere le abitudini viziate e promuovere uno sviluppo equilibrato delle strutture cranio-facciali.
Prognosi di un caso di malocclusione di terza classe
La prognosi di una malocclusione di 3° classe scheletrica dipende dalla tempestività della diagnosi e dall’efficacia del trattamento.
La prognosi è più favorevole quando il trattamento inizia durante l’infanzia, sfruttando i periodi di crescita per ottenere una correzione duratura.
Nei bambini, un intervento precoce con dispositivi ortodontici come l’espansore palatale può correggere significativamente il disallineamento, favorendo uno sviluppo armonico delle strutture cranio-facciali.
Questo approccio può ridurre la necessità di interventi chirurgici in età adulta.
Come anticipato, se non trattata, la malocclusione di terza classe scheletrica può portare a problemi funzionali come difficoltà masticatorie, respiratorie e fonatorie.
Nei casi gravi, può essere necessaria la chirurgia ortognatica per correggere le anomalie scheletriche.
Non dimentichiamo che una mandibola iper-sviluppata può continuare a crescere anche dopo il completamento della crescita, rendendo così la condizione più complessa da gestire.
Diagnosi e terapia
Per diagnosticare una malocclusione di 3° classe scheletrica, è necessario effettuare un’analisi cefalometrica tramite teleradiografie del cranio.
Questi esami permettono di determinare se l’anomalia è dovuta a una retrusione mascellare, una protrusione mandibolare o una combinazione di entrambe.
L’accurata valutazione delle strutture cranio-facciali consente di pianificare interventi ortodontici mirati.
Il trattamento della malocclusione di 3° classe scheletrica varia in base all’età del paziente e alla severità della condizione, richiedendo un approccio personalizzato e multidisciplinare.
Trattamento di una malocclusione di 3° classe scheletrica nei bambini
Il trattamento della malocclusione di 3° classe scheletrica nei pazienti in crescita si focalizza sulla normalizzazione dei rapporti sagittali e trasversali tra le strutture scheletriche mascellari e dentali.
Inoltre, si interviene sulle abitudini viziate o altre condizioni che contribuiscono allo sviluppo del progenismo.
È fondamentale iniziare il trattamento il più precocemente possibile, idealmente tra i 3 e i 5 anni, per favorire uno sviluppo armonico e massimizzare la collaborazione del paziente.
La scelta terapeutica si basa su una diagnosi scheletrica e considerazioni estetiche.
In generale, è più semplice stimolare la crescita della mascella superiore piuttosto che controllare quella della mandibola.
La terapia comune prevede l’uso di trazioni elastiche tra un dispositivo extraorale, come la maschera di Delaire, e ganci intraorali.
Questa trazione viene mantenuta per circa 14 ore al giorno per un periodo di 6-12 mesi, ottenendo un avanzamento significativo del mascellare superiore.
Prima dell’uso della maschera, spesso si esegue l’espansione dell’arcata superiore con un espansore rapido, per correggere la riduzione dei diametri trasversali del palato.
Questo trattamento può essere completato in pochi giorni e facilita il movimento anteriore della mascella superiore.
Il trattamento precoce, della durata di circa 7-8 mesi, permette un miglioramento immediato dell’azione dei muscoli e dei tessuti molli, interrompendo il ciclo di peggioramento dello sviluppo e promuovendo un occlusione e un profilo armoniosi.
Nel caso in cui il livello di malocclusione risulti meno marcato, è possibile ricorrere anche alla classica ortodonzia, con l’uso di allineatori invisibili, che andranno a riequilibrare progressivamente gli spazi tra i denti e i rapporti tra mascella e mandibola.
La scelta di trattamento è, ovviamente, a totale discrezione del dentista, che dovrà valutare il caso specifico e optare per il protocollo di cura ritenuto più efficace e consono.
Trattamento negli adulti
Per gli adulti, il trattamento della malocclusione di 3° classe scheletrica spesso richiede un approccio combinato di ortodonzia e chirurgia ortognatica.
L’ortodonzia pre-chirurgica, servirà a allineare i denti in preparazione all’intervento chirurgico. La chirurgia ortognatica corregge le discrepanze scheletriche, che possono includere osteotomie mandibolari e/o mascellari per ottenere un allineamento corretto.
In alcuni casi meno gravi, è possibile utilizzare tecniche di camouflage ortodontico per migliorare l’occlusione senza ricorrere alla chirurgia.
Questo può includere l’estrazione di alcuni denti per creare spazio e l’uso di apparecchi dentali per allineare i denti e migliorare l’estetica.
Tuttavia, è importante notare che questa opzione non corregge le anomalie scheletriche sottostanti, ma può fornire un miglioramento estetico e funzionale temporaneo.
Nei casi più complessi, l’intervento chirurgico rimane l’unica soluzione per correggere efficacemente le discrepanze scheletriche.
La chirurgia ortognatica può includere diverse procedure, come l’osteotomia di tipo Le Fort I per avanzare la mascella superiore o la osteotomia sagittale bilaterale della mandibola per ridurne la protrusione.
Questi interventi richiedono una preparazione ortodontica accurata e un piano post-operatorio dettagliato per garantire risultati ottimali.
Trattamento della malocclusione di 3° classe scheletrica, a Grosseto: affidati a Dental Competence!
Come abbiamo visto in questo articolo, la malocclusione di 3° classe scheletrica è una condizione complessa che richiede un intervento tempestivo e personalizzato, onde evitare complicazioni funzionali ed estetiche.
La varietà di approcci terapeutici disponibili, dai dispositivi ortodontici alle tecniche chirurgiche, consente di affrontare efficacemente questa problematica migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.
Presso Dental Competence, a Grosseto, siamo pronti a offrirti un supporto professionale e competente per la diagnosi e il trattamento della malocclusione di terza classe.
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